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lunedì 1 giugno 2015

Di fangirl e ignoranza / About fangirling and ignorance

14 maggio, conferenza dell'architetto/urbanista Pier Luigi Cervellati sull'urbanistica contemporanea. Io, che ho una venerazione per il lavoro che ha fatto sul centro storico di Bologna, non ho potuto non assistere. E come ogni cosa che idealizziamo, non è stato tutto rose e fiori.
May 14, conference of architect/city planner  Pier Luigi Cervellati on contemporary urbanism. I could not avoided it, having been in love with his work on Bologna's old city center. And, as everything we idolize, it was not all smooth-running.

L'incontro verteva sul problema del diritto urbanistico, se serva una più forte struttura normativa per poter avere piani urbanistici validi, o se il problema del diritto sia in realtà un paravento a una incapacità progettuale. Non mi sento in grado di affrontare un tale dibattito.
Mentre il problema disciplinare - l'urbanistica è una scienza, un'arte o una tecnica? - non mi appassiona: trovo le definizioni che separano irritanti, spesso artificiose, credo che non esista in realtà una separazione così rigida nella realtà del lavoro, di qualsiasi lavoro, credo che non esista scienziato senza intuizione, o artista senza consapevolezza, anche scientifica, del mezzo usato.
Condivido perciò l'atteggiamento prudente di Cervellati che, ponendo la domanda, si trattiene dal dare una risposta. O almeno una risposta diretta, perché nel corso della conferenza, sembra che 'tecnica' sia la parola più ricorrente.
The conference was about town planning laws, if you need better laws to have better plans or if town planners point to laws to hide their own lack of skills. I don't feel able to tackle such a debate.
And the definition of urbanism - is it art, science or technique? - does not interest me: I feel that definitions that separate are irritating, often artificial, I think that such strong separations do not exist in the work field, in any work field, I think a scientist cannot lack intuition, an artist cannot lack understanding of his means, even scientific understanding.
So I share the prudence of Cervellati, that asks the question but does not answer it. At least no direct answer, for, during the conference, 'technique' is the most recurrent word.

Forse è questo che mi ha lasciato un po' di perplessità alla fine della conferenza: un non-detto, un sottinteso che faccio fatica ad accettare.
Forse, come molte persone che hanno dedicato la vita a un argomento, Cervellati dà per acquisite informazioni che non sempre tali sono.
Forse sono io che ho bisogno di più chiarezza della media...
Maybe this is what left me slightly perplexed, at the end of the conference: a not-said, an allusion that is hard for me to understand. 
Maybe, as many persons who have devoted their all life to an issue, Cervellati gives some informations for granted, while they are not.
Maybe it is me lacking understanding...

via Orefici, sedute / via Orefici, benches
Come nelle critiche di Cervellati alle sedute alberate che il Comune ha posto nella centrale via Orefici.
Sono sedute in corten e legno che contengono un vaso per un albero di ciliegio, progettate dall'ufficio comunale preposto.
Il gusto non si discute, le sedute possono piacere o meno, possono essere ritenute adatte a Bologna o no - a mia madre ricordano le vecchie panche circolari che abbracciavano alcuni alberi dei giardini Margherita. Cervellati le ritiene poco belle e poco adatte a rispecchiare l'identità bolognese. Opinione rispettabile.
La mia domanda è: questo giudizio è artistico, scientifico o tecnico? Come lo si inserisce in un'idea tecnica dell'urbanistica? Esiste una definizione scientifica di 'bolognese'? O un approccio tecnico allo spirito di un luogo?
Ma ancora più importante, a mio avviso, è un aspetto che più volte è tornato nella comunicazione di Cervellati: l'urbanistica deve risolvere problemi, perciò l'aspetto tecnico deve prevalere sugli altri.
Se questo è il caso, la dotazione di panchine che il Comune di Bologna ha intenzione di fornire, disseminando "ogni piazza e ogni slargo stradale" (cit. Cervellati) di queste sedute, non tenta forse di risolvere un problema tecnico, ossia la possibilità delle persone di stare in strada?
Oggi, per poter stare in strada, è necessario comprare tale diritto acquistando qualcosa in un bar che abbia un dehors. Cioè un diritto - l'uso dello spazio pubblico per la vita sociale - e un dovere - la partecipazione e la creazione stessa della vita sociale - passa attraverso l'acquisto di un bene irrilevante a tale godimento (tipicamente un caffè).
Queste panchine sono certamente discutibili ma, tecnicamente, danno un'alternativa al dehors, permettono, sempre tecnicamente, di stare per strada.
For instance, Cervellati criticizes the tree seat that Bologna council has placed in downtown, in via Orefici. 
They are made by corten and timber, with a pot for a cherry tree, designed by an office of the city council.
Taste is not debatable, you can like this benches or not, you can think they suit Bologna or not - my mum thinks they look like the old round benches that hugged some trees in Giardini Margherita, an historical garden in town.
I wonder: is this judgment artistic, scientific or technical? How does it match with a theory of planning as a technique? Can you give a scientific definition of 'Bologna typical style'? Or a technical approach to the soul of a place?
Of more importance is comparing this critique to something that has been said by Cervellati many times in the conference: urbanism should solve problems, that is why technique is more relevant than art and science. If that is the case, benches provided by city council "in every plaza and road widening'"(quote Cervellati), are they not a way to solve a technical problem, i.e. giving people the chance to enjoy the street?
Nowadays, to spend time in the street, you have to buy such right by buying  something in a cafe that has a outdoor area. Namely a right - use public space for public life - and a duty - be a part of and develop sociality itself - have to go through the purchase of a useless item, useless to such right/duty (usually a coffe).
These benches are certainly questionable, but, technically, give an alternative
to the outdoor area, allow, always technically, to being on the street. 

Via Stalingrado, ciclabile / via Stalingrado, cycle path
Ma non solo di panchine si è parlato. L'altra grande questione è la mobilità. Di nuovo, i sottintesi mi hanno reso difficile comprendere la vera posizione di Cervellati.
Nel criticare la pista ciclabile sul ponte di via Stalingrado come pericolosa per ciclisti e pedoni, ha dichiarato che "facciamo piste ciclabili per lavarci la coscienza".
La ciclabile in questione è terribile ed è vero che spesso tali strutture vengono fatte male e col solo scopo di fingere un'attenzione alla mobilità ciclistica.
Chi studia urbanistica sa che una qualsiasi infrastruttura di mobilità deve far parte di una rete complessiva, che ogni sua parte richiede un tutto per funzionare, e chiunque può capire che una ciclabile fatta così è un insulto a tutti, ciclisti e non.
Ma la frase di Cervellati, senza un contesto chiaro, sembra un rifiuto diretto di qualsiasi infrastruttura ciclabile.
Lo stesso vale per la critica di Cervellati ai bus in centro storico: è vero che impongono vibrazioni eccessive agli edifici, mettendone a rischio la statica, ma senza un accenno alle alternative, si potrebbe credere che l'unica soluzione sia l'auto privata.
Seats were not the only issue. Mobility was a main topic. 
Again allusions gave me hard time to understand Cervellati actual point of view.
Criticizing cycle path on Stalingrado bridge as dangerous for cyclists and pedestrians, he declared "we build cycle paths to clean our consciences"
This cycle path is horrible and really we build up such infrastructure badly and only to pretend we care for urban cycling.
Who has studied town planning knows that mobility infrastructure needs to be part of a whole to work, that every part of the network needs the network to work, and everyone can see that such a cycle path is an insult to all, cyclist and motorist.
But without a context, Cervellati's phrase can sound as a rejection to all cycling infrastructures.
Same can be said about Cervellati's criticism to buses in downtown: surely they inflict vibrations that stress buildings, but if you don't mention alternatives, someone might understand that the only way to move in town is your own car.

E allora non me ne vogliano gli organizzatori del convegno che lamentavano la scarsa copertura giornalistica: temo che il grande pubblico sarebbe rimasto perplesso davanti ad alcune posizioni espresse.
Il prossimo ciclo di conferenze previsto ad ottobre potrà avvalersi di un taglio più generalista, e possibilmente di una maggiore pubblicità, visto che per questa prima serie non è stato fatto nessuno sforzo di comunicazione.
And so I am sorry if the conference organization complained for lack of media coverage: I am afraid that public  would have been perplexed about certain claims. 
The next cycle of conferences scheduled in October may use of a wider outlook, and possibly more publicity, because for this first series was not made any communication effort.


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